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Rivoluzione informatica.

Immagine del redattore: Emily MastrantoniEmily Mastrantoni

Aggiornamento: 12 nov 2024

Articolo scritto e pubblicato il 2 ottobre 2024 all'interno del precedente blog.


sostanza, modernità, estetica, crisi”.

Nel corso della prima lezione “Teorie Metodi Strumenti per l’informatica in Architettura“, ci siamo posti il problema di spiegare il concetto di Modernità.

Cos’è la modernità e, cosa ha a che fare con l’information technology? Facendoci aiutare dal libro “Thoughts on a paradigm shift; The IT Revolution in Architecture”, andiamo a ripercorrere le argomentazioni che sono state proposte per arrivare alla soluzione di questo quesito. Nel I paragrafo del libro, Antonino Saggio fa riferimento al concetto di “sostanza” introdotto da Edoardo Persico, critico d’arte e saggista italiano, il quale definiva “sostanza di cose sperate” la capacità che avesse l’arte di rappresentare una coscienza collettiva, la fede segreta dell’epoca. In questo senso l’Architettura assume un significato più profondo, non limitato alla sua funzione pratica o al suo valore visivo, ma diventa un mezzo per esprimere speranze sociali, spirituali e morali; detiene la capacità di prefigurare e progettare uno spazio che non sia solo funzionale, ma che incarna appunto valori più profondi. Questo riflette una caratteristica della modernità, in cui la società liberandosi dal mondo antico ne prefigura uno migliore e più giusto. L’architettura moderna, con i suoi nuovi materiali, forme e tecniche, diventa un veicolo per questo cambiamento.

Segue poi la definizione introdotta nel II paragrafo, che vede la modernità in maniera cronologica, associata ad un giudizio e, legata al concetto di crisi. Tale parola infatti può avere usi diversi, primo fa tutti quello temporale. Collegato a questo argomento, si propone un confronto tra il mondo antico e quello moderno, aggettivando come vecchio il primo e bello il secondo, delineando così il giudizio che il mondo moderno è più bello, più progressivo e positivo rispetto a quello antico poiché, in vario modo risponde ai tempi e alle necessità della nuova società industriale. Viene poi spiegato a lezione che, questo concetto di modernità legato alla società e al progresso, viene introdotto a partire dall’800 in Francia con Haussmann quale portavoce.

Da lì in poi i primi Congressi internazionali, i CIAM, che si autodefinivano moderni, e quindi portatori di sviluppo rispetto appunto al mondo antico. La terza definizione proposta in questo paragrafo è legata alla crisi. Per guidarci in quest’ultima spiegazione il professore ci ha riproposto una conversazione che egli stesso aveva avuto con Bruno Zevi: “la modernità è quella che trasforma la crisi in valore e suscita un’estetica di rottura e di cambiamento”.

Questa, spiega, è legata alla crisi, la affronta relazionandosi con essa. Inversamente l’atteggiamento antico subisce la crisi arroccandosi su quanto conosce. Calandosi in ambito artistico e architettonico, propone poi l’esempio dell’invenzione della prospettiva, introdotta da Brunelleschi. Fino ad allora infatti, questa condizione scientifica non vi era e ciò, determina un vero e proprio momento di crisi. Come risolve Brunelleschi questa problematica e come la introduce in architettura?Attraverso un cambio di paradigma.


San Lorenzo, Firenze.

Utilizzando linee geometriche nella pavimentazione, nella copertura, attraverso l’arco a tutto sesto, con le bucature, con la copertura piana, con il contrasto cromatico e ancora con la ripetizione dell’ordine.


Nel penultimo paragrafo, il III, intitolato “Estetica di rottura”, viene spiegato che il concetto di modernità si rivolge a un livello estetico che è molto diverso sia dalle nozioni di “bello” sia da quelle di “stile”. La modernità, dice, trasforma una situazione di crisi, un problema, in un valore, in una sfida da affrontare. Una sfida che genera tensione portandoci verso un’estetica di rottura e cambiamento. Tanto più è grande la crisi, maggiore sarà l’aspetto di rottura e ricerca di cambiamento, di un nuovo paradigma nell’architettura, che sfida le norme e apre a nuove possibilità espressive e concettuali.


Crisi, così viene intitolato l’ultimo paragrafo del capitolo. Facendo riferimento alla nostra epoca storica, si apprende che la crisi che sta investendo questo periodo è ben diversa da quella del periodo industriale. Si parla di una crisi connessa all’avvento del modello economico in rapporto all’informatica che Toffler, un sociologo americano, nel suo libro definisce come “La Terza Ondata”, un momento di passaggio dal mondo industriale a quello tecnologico. Toffler, per spiegare la sua concezione, fa riferimento a tre ere, che chiama Agricola, Industriale e dell’Informazione. Inizia quindi parlando della prima ondata, quella Agricola, che colloca a cavallo tra il periodo Neolitico superiore e la Rivoluzione francese, nella quale i processi economici gravitavano intorno alla produzione appunto agricola. Questa segna il passaggio da una società di cacciatori a una società agricola, cambiando le abitudini delle popolazioni e portando alla creazione di tecnologie primitive per la coltivazione e la raccolta, come l’aratro e le tecniche di irrigazione. Si parla di una nuova organizzazione economica basata sull’accumulo di risorse e beni dove, la proprietà della terra era considerata simbolo di ricchezza. In quest’era il 90% della popolazione era dedito all’agricoltura, l’8% alla meccanica industriale e solo il 2% al settore terziario. Con la creazione della macchina a vapore prende il via la Rivoluzione Industriale, la quale apre le porte alla seconda ondata che Toffler, non a caso, definisce Industriale dove, a prendere spazio sono la meccanizzazione e la produzione su larga scala. La produzione industriale richiede una maggiore specializzazione del lavoro, per questo le persone iniziano a svolgere compiti specifici all’interno del processo produttivo. Ciò si riflette in un notevole cambiamento delle percentuali sopra proposte, dove dal 90% dell’agricoltura si passa al 40%, dall’8% dell’industria al 38% e dal 2% del terziario al 22%. La società industriale vede cambiamenti profondi nella cultura, con l’emergere di nuovi valori e stili di vita. È con la terza ondata che tutto cambia. Questa, definita era dell’Informazione, è caratterizzata dall’emergere di nuove tecnologie e paradigmi sociali che modificano il modo in cui viviamo, lavoriamo e interagiamo, dove i dati e le informazioni diventano fondamentali. Solo il 15% della popolazione si dedica all’agricoltura, il 34% alla meccanica e il restante 51%, che supera in larga misura le prime due categorie, all’informazione.Si parla dell’incorporazione del bene lavoro nella produzione, con una personalizzazione e soggettivizzazione del bene.<<Non produco più macchine in serie, la macchina stessa non esiste!>>Ciò che esiste è un software con addetti esperti che si occupano di “produrla” secondo specifiche richieste. Le aziende così possono adattarsi meglio alle esigenze individuali dei consumatori, promuovendo un’economia più orientata al cliente e meno standardizzata. Ciò permette di evitare di riempire le aree di stoccaggio, come lo erano con la produzione in serie, dando vita ad una nuova crisi: come sfrutto le brown areas che la produzione industriale si è lasciata dietro? La società dell’informazione porta a cambiamenti nei valori e nelle strutture sociali. Le comunità virtuali diventano sempre più rilevanti e, le identità culturali si intrecciano in modi nuovi. Inoltre, c’è un aumento dell’accesso all’istruzione e alla conoscenza, portando a una maggiore consapevolezza sociale e politica. La terza ondata rappresenta un cambiamento paradigmatico che ha trasformato la società contemporanea, con la tecnologia che ha ridefinito le interazioni umane, il lavoro e il modo in cui percepiamo la realtà. In sintesi, nell’era Agricola si potrebbe affermare che io esisto in quanto produco, con l’architettura che era legata solo ai momenti celebrativi dell’uomo, come il culto o la rappresentanza. Nell’era Industriale, che aveva i caratteri della funzionalità della macchina, io esisto in quanto funziono. È solo nell’era della Terza Ondata che la tecnologia prende piede, arrivando alla conclusione che io esisto in quanto informo. Ma cos’è quindi l’informazione che, secondo quanto sopra, genera modernità, progresso e sviluppo? Anticipando così il prossimo articolo, potremmo dire che l’informazione è un dato al quale è stata applicata una convenzione.


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