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Città

Immagine del redattore: Emily MastrantoniEmily Mastrantoni

Aggiornamento: 13 nov 2024

Facendoci aiutare dal libro “Thoughts on a paradigm shift; The IT Revolution in Architecture”, andiamo a ripercorrere le argomentazioni che sono state proposte a lezione per ampliare l'argomento. Per capire come l'era dell'informazione sta influenzando il modo di fare architettura e l'urbanistica, sono state proposte otto coppie oppositive di termini, per formare una mappa concettuale agile e comunicativa. 1) Display vs Orologio 2) Reti vs Catena 3) Anti-zoning vs Zoning 4) Driving force vs Mono-funzionalità 5) Progetti vs Disegni 6) Rebuilding nature vs The far west 7) Complessità vs Linearità 8) In-between vs In-front


1) Display vs Orologio Il concetto di tempo oggi è profondamente cambiato rispetto al passato. Una volta, l'orologio era un oggetto fisico, visibile e ben definito, portato al polso o appeso a un muro. Oggi, invece, il tempo è onnipresente: l'orologio non è più un oggetto tangibile, ma un elemento che attraversa ogni aspetto della nostra vita. La distinzione tra tempo produttivo e tempo di riposo, un tempo in cui si separavano il lavoro e il relax, è oggi sfumata. Nell'era dell'informazione, i tempi si sovrappongono, e tutto è disponibile, ovunque e in qualsiasi momento.

Possiamo lavorare ovunque, rispondere a un'email mentre siamo in vacanza, o godere di un momento di svago mentre svolgiamo un compito lavorativo. Un tempo che era prima scandito da orari e luoghi precisi ora si mescola e si fonde in una realtà fluida. Se un tempo l'architettura cercava di "costruire" e di definire il tempo – sia esso mistico, meccanico o umanistico – oggi l'architettura stessa della città digitale sembra "annullarlo". In questo nuovo contesto, il tempo non è più misurato da segni esterni e fissi, ma è diventato continuo, istantaneo, senza soluzione di continuità.


2) Reti vs Catena L'idea di città del funzionalismo era implicitamente legata al concetto di catena, di fabbrica, c'era un concetto di prima e dopo, if...then. Oggi a questa idea meccanizzata si va a sostituire la simultaneità dei processi, della compresenza delle alternative. Non si parla più di if...then ma di what...if. Non c'è una catena ma una rete di alternative, di opinioni, di idee. Tutto è globale e interconnesso. Ciò che spinge la produzione non è l'esito finale, non c'è più niente di standardizzato, tutto è personale. C'è una rete informativa da cui parte tutto. 3) Anti-zoning vs Zoning Questa idea di rete, di interconnessione, erode dall'interno uno dei cardini della progettazione urbanistica precedente, lo zoning. Se prima infatti si costruiva secondo un concetto di zone, ciascuna della quale era organizzata secondo uno standard, oggi tutto è connesso. A un concetto di spazio viene associato un concetto di tempo, possiamo fare tutto ovunque, senza distinzione di zona. 4) Driving force vs Mono-funzionalità La nascita di questo nuovo aspetto urbanistico di anti-zoning, è stata possibile solo grazie all'affermarsi del fenomeno di mixité. I progetti non hanno più una sola funzione, ma tendono ad essere una combinazione di diverse attività: inhabiting, exchanging e creating. La chiave però della mixité, non è la compresenza di queste attività quanto la loro gerarchia. Se di fatto un'opera detiene una driving force – un elemento centrale che guida e definisce la sua identità – questa diventa il catalizzatore dell'edificio, lo trasforma in un polo culturale, sportivo, scientifico e così via, al quale vengono associate tante altre attività inerenti a quella materia che lo rende vivo. Ciò è possibile solo grazie a due grandi protagonisti di questa epoca: infrastructuring e rebuilging nature. 5) Progetti vs Disegni Una conseguenza naturale di tutto questo è che ormai si opera per progetti e non per disegni. Si seguono le linee guida del luogo, le tessiture di ogni zona, la si studia e poi si interconnette l'edificio al territorio, evitando quella progettazione a vassoio che era tipica dei grandi disegni spesso irrealizzabili. 6) Rebuilding nature vs The far west L'introduzione dell'informatica nella produzione industriale ha trasformato il modello produttivo, passando da un sistema standardizzato a uno più personalizzato e specifico. Questo cambiamento ha avuto un impatto significativo anche sulle aree di stoccaggio delle merci, che si sono progressivamente svuotate, offrendo agli architetti un'importante opportunità di "risarcimento epocale". Le cosiddette brownfields (aree dismesse o in disuso) si sono trasformate in spazi da riqualificare, diventando opportunità per rigenerare tessuti urbani che in passato non avevano particolare valore architettonico. In questo modo, si è potuto creare nuovi spazi urbani all'interno delle città, evitando di espandersi ulteriormente verso le periferie e preservando così il territorio. 7) Complessità vs Linearità L'informatica, grazie agli strumenti di simulazione avanzati, ha cambiato il nostro approccio alla complessità, permettendo di esplorare e comprendere meglio le interrelazioni tra le diverse componenti della realtà. Questo approccio si basa su ipotesi da testare piuttosto che su teorie rigide, e ci porta a concepire la materia e il paesaggio come sistemi in continuo cambiamento. La simulazione diventa quindi un metodo per comprendere e trasformare la realtà, portando a una nuova concezione di paesaggio e natura, più dinamica e fluida. 8) In-between vs In-front Per comprendere l'importante contributo che l'informatica ha dato al nuovo modo di progettare, è necessario considerare cinque grandi ambiti di trasformazione.

Il primo è il ritorno dell'astrazione nella progettazione. Oggi, l'architettura non segue più un approccio figurativo, ma diventa espressione di un immaginario complesso e concettuale, in cui le forme si distaccano dalla mera rappresentazione della realtà.

Il secondo ambito riguarda la nascita di tecniche che simulano e gestiscono la complessità, utilizzandola come base per rappresentare i movimenti e i flussi all'interno dei nuovi progetti. Questo approccio ha permesso la creazione di modelli di indagine sempre più sofisticati, che aprono la strada a una progettazione multidimensionale.

Il terzo campo di innovazione è l'introduzione di nuove tecniche per l'inserimento in contesti esistenti, attraverso un processo di in-between. Non si tratta più di progettare interventi statici, ma di creare connessioni dinamiche tra l'edificio e il suo ambiente, in un continuo dialogo che arricchisce e integra il contesto preesistente.

Il quarto aspetto è legato alle nuove opportunità che l'informatica offre in ambito progettuale, come le tecniche avanzate di illuminazione, le proiezioni e la risemantizzazione degli spazi esistenti. Grazie alle tecnologie digitali, è possibile trasformare e reinterpretare l'ambiente in modo innovativo, creando esperienze sensoriali e visive che ampliano le potenzialità del progetto.

Infine, il quinto aspetto riguarda il cambiamento radicale del processo stesso di progettazione. Gli edifici, oggi, vengono concepiti in una logica digitale, sfruttando le interconnessioni elettroniche per creare strutture "reattive" che rispondono ai mutamenti dei flussi e delle condizioni esterne, dando vita a spazi "vivi" che si adattano in tempo reale.

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