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Paesaggio

Immagine del redattore: Emily MastrantoniEmily Mastrantoni

Facendoci aiutare dal libro “Thoughts on a paradigm shift; The IT Revolution in Architecture”, andiamo a ripercorrere le argomentazioni che sono state proposte a lezione per ampliare l'argomento. A partire dagli anni 70 del Novecento, si è diffusa una coscienza ambientale ed ecologica, mutuata alla ricerca di un rapporto di integrazione tra uomo e natura, con la creazione di edifici sempre più "intelligenti" ed innovativi. Informatica e nuova natura La robotica, la miniaturizzazione, la diffusione delle reti di comunicazione e di trasporto hanno portato alla liberazione di grandi aree ex industriali, aprendo l'opportunità a un risarcimento di portata storica. In zone ad esempio costruite a densità altissime, ora che sono dismesse, vi si può iniettare vegetazione e natura, cambiando così il rapporto che la città ha con quest'ultima. Vengono creati nuovi pezzi di città integrata, dove accanto a forti presenze naturali sono collocate attività della società dell'informazione. In questo caso l'informatica è uno strumento di cambiamento radicale per la società, poiché permette di creare una nuova coscienza collettiva, sensibile ed ecologica.

Definizione La parola paesaggio ha un significato molto diverso dal termine "natura", la quale è intesa come una cosa esterna rispetto all'architettura. La natura esisteva di per sé, ed era un oggetto come l'architettura stessa. Da qui l'usanza di creare volumi puri che si posassero come solidi platonici sul terreno. Aveva solo due accezioni, la prima la vedeva come un semplice terreno di conquista per l'espansione, la seconda come una risorsa puramente igienica. L'idea di paesaggio ribalta questi concetti, passando così da un'idea di oggettività a una di soggettività. Come prima cosa, per delineare una definizione di paesaggio, iniziamo col dire che questo è imprescindibile dal concetto di pittura, nasce con essa. Il paesaggio è figura, possiamo privarlo di tante cose (cielo, natura, verde ecc.) ma non possiamo pensare ad esso senza pittura, a partire dagli affreschi dei Lorenzetti nella Sala comunale di Siena.













Il motivo che ci spinge a non poter separare la pittura dal concetto di paesaggio è che questa ci obbliga a un rapporto critico con il vedere, poiché non è il paesaggio ad esistere, ma la nostra interpretazione, una forma di coscienza che è prima estetica e poi scientifica. La seconda ragione è che la pittura oltre a essere interpretazione critica è anche allo stesso tempo progetto, poiché l'atto stesso di guardare è un atto critico e, ciò comporta una interpretazione attiva dello sguardo, che ci spinge a creare un progetto di trasformazione. Ancora, una terza ragione è che la rappresentazione pittorica non è solo interpretazione ma è anche autoritratto, si pensi ai paesaggi di Van Gogh. Il paesaggio è così un campo di mediazione tra la rappresentazione personale e la collettività. Così, sorge spontanea una definizione: paesaggio è la rappresentazione estetica, condivisa collettivamente e culturalmente, in costante evoluzione, di una parte del mondo. Informatica e nuove complessità. Il rapporto tra l'informatica e il paesaggio è stato all'inizio indiretto, lo si può osservare nelle creazioni di Eisenman e della Hadid, che hanno trasformato una personale idea di paesaggio in una rappresentazione collettiva condivisa culturalmente, pur non essendo però ispirata all'elettronica. È solo in questo periodo infatti, che il rapporto tra architettura e informatica sta cambiando, passando da indiretto a diretto, poiché questa nuova generazione di architetti "nata con il computer" progetta secondo le nuove regole, attraverso un intreccio intimo, quasi inestricabile con l'informatica. Ora per progettare si guardano le nuvole, i meccanismi riproduttivi del DNA, la sedimentazione dei crepacci, facendo però delle ricerche che non partono da diagrammi o schizzi, ma da formulazioni fatte al computer, creando così delle nuove strategie di progetto. Paesaggi informatici Ma qual è il paesaggio informatico? Per spiegarlo, passiamo attraverso diversi punti. Il primo punto ci spiega che l'era dell'informazione fornisce un modello diverso di città, di paesaggio urbano, misto negli usi e sovrapposto nei flussi, dove il tempo è continuo e tutto è basato su un concetto di mixité. Il secondo punto ci spiega che l'informatica ci fornisce i modelli matematici per indagare la complessità chimica, fisica e biologica della natura, permettendoci di strutturare relazioni in progetti che ne introitano le ragioni dinamiche. In ultimo, l'informatica dota l'architettura di sistemi reattivi capaci di simulare i comportamenti della natura. Così l'informatica entra negli edifici, prima in una logica direzionale del progetto, poi nella realizzazione stessa, attraverso nuove tecniche di costruzione, creando un vero e proprio paesaggio informatico nei nuovi edifici.

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