L'interattività al centro della ricerca architettonica d'avanguardia
- Emily Mastrantoni
- 10 feb
- Tempo di lettura: 2 min
COMMENTO ARTICOLO: http://architettura.it/coffeebreak/20050717/index.htm

L'interattività è diventata un elemento centrale nella ricerca architettonica contemporanea perché rappresenta un vero e proprio catalizzatore di trasformazioni. Per capire il suo ruolo, possiamo analizzarla da diversi punti di vista.
Da un lato, l'architettura non è più vista come un sistema rigido basato sull'oggettività, come avveniva in passato, quando ogni scelta progettuale doveva rispondere a un preciso rapporto causa-effetto.
Oggi il progetto nasce all'interno di una narrazione, e la comunicazione architettonica è sempre più legata alla creazione di metafore.
L'ipertesto è il modello perfetto per spiegare questo cambiamento: proprio come su Internet possiamo navigare tra contenuti collegati tra loro in modo non lineare, anche l'architettura può diventare un'esperienza fluida e interattiva.
Parallelamente, il mondo dell'informatica ha introdotto un nuovo approccio alla progettazione, basato su modelli dinamici e interconnessioni. Questo significa che lo spazio può adattarsi alle esigenze di chi lo vive, trasformandosi in tempo reale. Un edificio interattivo non è più un'entità fissa, ma diventa uno spazio che può reagire, riconfigurarsi e personalizzarsi in base agli input esterni, proprio come accade in un ambiente digitale.
Infine, c'è il rapporto tra spazio e tempo. L'interattività permette di superare la visione tradizionale dello spazio come qualcosa di statico e immutabile. Se si considera al modo in cui gli ipertesti ci permettono di saltare da un contenuto all'altro, possiamo applicare lo stesso principio all'architettura: gli spazi interattivi ci permettono di passare da una configurazione all'altra, da un contesto a un altro, creando nuove possibilità di fruizione e percezione.
In sostanza, l'interattività sta rivoluzionando il modo in cui progettiamo e viviamo gli spazi, spostando il focus dall' oggettività alla soggettività. Non si tratta solo di un'innovazione tecnologica, ma di una vera e propria sfida estetica : trovare un nuovo linguaggio architettonico capace di integrare in modo armonioso questa trasformazione. Se nel Movimento Moderno il concetto chiave era la Nuova Oggettività , oggi l'architettura deve sviluppare una Nuova Soggettività, in cui l'interattività diventa il punto di riferimento per creare ambienti più flessibili, personalizzabili e in continua evoluzione. Considerazioni: Il testo affronta in modo approfondito il ruolo centrale dell'interattività nella ricerca architettonica contemporanea, collegandola a tre grandi temi: la comunicazione l'informatica la relazione tra spazio e tempo.
Uno dei punti più interessanti è l'idea che l'architettura non sia più un sistema rigido e deterministico, ma si costruisca dentro una narrazione, diventando un processo fluido e aperto, simile a un ipertesto. Questo cambiamento sposta l'attenzione dalla pura funzione alla possibilità di creare esperienze spaziali personalizzabili e riconfigurabili.
Molto efficace anche il parallelismo con l'informatica: il concetto di modello dinamico e interconnesso mostra come oggi l'architettura deve assorbire le logiche digitali, diventando sempre più reattivo ai bisogni dell'utente e capace di modificarsi nel tempo. La riflessione sul rapporto tra spazio e tempo, infine, introduce una prospettiva innovativa, suggerendo che l'architettura interattiva possa aprire nuove dimensioni percettive e progettuali, rompendo i confini tradizionali.
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