L'Informatica e il rinnovamento dell'architettura, Antonino Saggio. <<Il tema di fondo di questo scritto è che il rinnovamento dell'architettura che stiamo vivendo in questi ultimi anni e in cui questa rivista si inserisce, non è solo un fatto di gusto, di moda, di linguaggio ma che stanno affermandosi, appunto, nuove sostanze e con esse nuove crisi ed opportunità.>> Il termine "nuove sostanze" , utilizzato ad apertura del nostro articolo, è un concetto che l'autore introduce per riassumere i profondi cambiamenti che la nostra società sta vivendo. Come già Persico definiva, la nuova sostanza sta ad indicare la capacità che ha l’arte di rappresentare una coscienza collettiva, la fede segreta dell’epoca. Di fatto, mette in relazione una serie di cambiamenti che hanno un significato più profondo, l'arte, come l'architettura, trascendono la loro funzione pratica o il loro valore puramente visivo, diventando un mezzo per veicolare speranze sociali, spirituali e morali. Non si tratta solo di rappresentare il mondo esteriore, ma di interpretare e trasmettere i sentimenti e le aspirazioni collettive di un’epoca. <<parametri di progetto, mentre emergono modi di guardare la città rivolte alla complessità, all'interscambio, all'intreccio tra spazi architetture e ambiente. È del tutto naturale che gli architetti si allontanino dalla metafisica de chirichiana di una città per archetipi fissi nella memoria, per guardare alle ricerche degli artisti più attenti a fenomeni di stratificazione, di residualità, di ibridazione>> Come cambia l'urbanscape con l'introduzione di questo nuovi cambiamenti? Questo è il primo quesito che ci viene posto nella lettura dell'articolo e, per rispondere, credo che sia ragionevole introdurre il nuovo fenomeno utilizzato da urbanisti dell'epoca, mirato alla ricerca di connessioni tra le esistenze. L'urbanscape, o paesaggio urbano, subisce un profondo mutamento con l'introduzione di nuovi paradigmi che si distanziano dagli antichi modelli di sviluppo a "vassoio" e puntano sulla connessione e la compenetrazione tra edifici e funzioni. Come evidenziato dal professor Antonino Saggio nel laboratorio di sintesi in progettazione del 2024, si evita la creazione di zone monofunzionali separate e si promuove una "mixité" urbana. Questo fenomeno consiste nell'interconnettere edifici e spazi pubblici attraverso l'integrazione di funzioni diverse, come residenze, lavoro, svago e cultura, favorendo un tessuto urbano più complesso e dinamico, evitando appunto la creazione di edifici a vassoio.
Tale approccio crea una città in cui gli spazi non sono più isolati o separati rigidamente, ma dialogano tra loro, rispondendo a un'esigenza contemporanea di fluidità e integrazione tra le esistenze e le funzioni. La città diventa quindi un organismo vivente, fatto di spazi interconnessi che favoriscono l'incontro tra persone, culture e idee, migliorando la qualità della vita urbana e promuovendo una maggiore sostenibilità sociale ed economica.
In questo contesto, la progettazione non si limita a costruire edifici funzionali, ma a creare reti urbane che riflettano le connessioni tra le persone e il loro modo di vivere la città, rispondendo ai cambiamenti tecnologici, sociali e culturali che plasmano il mondo moderno. <<L'architettura si insinua nelle maglie dell'esistente, usa e rilancia gli oggetti preesistenti come dei ready-made, crea con le sue articolazioni dinamiche spazi interstiziali 'tra' nuovo e preesistente>> Ancora, l'autore ci propone l'ida di una città perfettamente bilanciata tra nuovo e preesistente, in un dialogo continuo con la struttura stessa del paesaggio. Ma come cambia il paesaggio? <<In zone spesso costruite a densità altissime si può iniettare ora verde, natura, attrezzature per il tempo libero. Ma attenzione: non si tratta di circoscrivere e recintare aree verdi, da contrapporre a quelle residenziali, terziarie, direzionali come era nella logica dell'organizzare dividendo della città industriale. Si tratta al contrario di creare nuovi pezzi di città integrate dove accanto a una forte presenza di natura siano presenti quell'insieme interagente di attività della società dell'informazione [...] Nascono in questo contesto le figure dei flussi, dell'onda, dei gorghi, dei crepacci, dei cristalli liquidi e la Fluidità diventa parola chiave.>> In questo paragrafo, l'autore ci presenta l'immagine di una città, o meglio, di un paesaggio urbano, armoniosamente integrato con la natura. Non si tratta semplicemente di progettare nuove aree verdi, ma di fondere il verde nel tessuto costruito, compensando così tutte quelle "brown areas" generate durante l'era industriale. Nel suo libro, "Thoughts on a paradigm shift, The IT revolution in Architecture", Antonino Saggio ci spiega che l'informazione, in questa fase storica, assume un ruolo cruciale per due motivi principali. In primo luogo, alimenta un cambiamento radicale nell'architettura contemporanea, guidando gli architetti verso soluzioni ecosostenibili. Questo passaggio si realizza attraverso l’uso di materiali innovativi e rinnovabili, come il legno lamellare, il bambù, o materiali riciclati e bio-based, che consentono non solo di ridurre l’impatto ambientale degli edifici, ma anche di migliorare il comfort abitativo e la qualità dell’aria all'interno degli spazi. I progettisti sfruttano sempre più tecnologie come i tetti verdi, le facciate ventilate e i sistemi di gestione delle risorse energetiche, promuovendo la creazione di edifici che non sono semplicemente strutture funzionali, ma organismi viventi in grado di interagire con l’ambiente circostante.
In secondo luogo, l’informazione è il motore della consapevolezza ambientale che si sta diffondendo sempre di più tra le persone. La crescente sensibilizzazione ai temi ambientali, spinta da un accesso più semplice e diffuso a dati e notizie, sta generando un cambiamento profondo nelle abitudini quotidiane e nelle aspirazioni collettive. Questo nuovo atteggiamento, come già accennato, si riflette in una crescente domanda di spazi urbani verdi e in soluzioni abitative che non si limitino a minimizzare l’impatto sull’ambiente, ma che promuovano la simbiosi tra l’ambiente costruito e la natura.
Molte città stanno già implementando piani di rigenerazione urbana che mirano a trasformare le aree industriali abbandonate (le cosiddette "brownfields") in parchi pubblici, orti urbani, o distretti sostenibili, come il caso di Bosco Verticale a Milano o il King's Cross a Londra. Questi progetti non solo riducono l’impatto ambientale, ma migliorano anche la qualità della vita, favorendo la biodiversità e offrendo ai cittadini spazi per il relax e l'interazione con la natura, sono simboli tangibili di un cambiamento culturale, in cui il progresso tecnologico si allinea con la sostenibilità ecologica per creare città più resilienti e vivibili. <<Un edificio non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più. Tra l'altro quando serve, anche simboli, storie.>> Ancora, nell'ambito della comunicazione, l'autore spiega che i nuovi edifici non servono solo delle funzioni, ma diventano simbolo di una narrazione epocale. Suggerisce un concetto chiave nell'evoluzione dell'architettura contemporanea: l'edificio non è più un mero strumento funzionale, un "macchina" come lo era nell'era modernista, ma diventa qualcosa di molto più complesso e significativo. Oltre a rispondere alle esigenze pratiche di efficienza e funzionalità, deve anche comunicare storie, trasmettere simboli e farsi portavoce di una narrazione. Questo segna un cambiamento rispetto alle concezioni tradizionali, come quelle dell'architettura industriale, dove la separazione tra struttura e riempimento, o tra forma esterna e funzione interna, era chiara e netta.
In un contesto moderno, l'architettura assume il ruolo di narratrice della società e della cultura contemporanea. Gli edifici non sono più spazi neutri, ma partecipano attivamente alla creazione di un'identità collettiva, portando in sé una serie di significati simbolici, culturali e storici. Questa evoluzione è particolarmente visibile nei progetti più recenti, dove si cerca di coniugare l’aspetto estetico, tecnologico ed ecologico, andando oltre le logiche di pura utilità. L'architettura non solo risponde ai bisogni materiali ma diventa un mezzo attraverso cui la società esprime il proprio progresso, le proprie paure e le proprie speranze. Così, ogni elemento architettonico non è semplicemente una parte dell'edificio, ma parte di un dialogo continuo tra passato, presente e futuro, tra funzionalità e simbolismo, tra utilità ed estetica.
<<differenza sostanziale nel centro stesso della ricerca architettonica e cioè nell'idea di spazio. Adoperando una formula sintetica diremmo che dall'idea di "spazio organo" si sta passando a una concezione di "spazio sistema">> [...] <<spazio pubblico un elemento altrettanto fondamentale dell'architettura. A volte abbiamo parlato di vuotometrico: l'architettura è fatta di concerto con lo spazio che conforma, la vita interna si travasa con naturalezza in quella esterna.>> Assume un ruolo fondamentale in questa ricerca l'idea dello spazio esterno e di come l'architettura affronta la questione. Ricollegandoci infatti un po' al discorso iniziato sul paesaggio, potremmo qui riproporre l'idea che l'edificato, come prima faceva con il verde, dialoga allo stesso modo con tutto lo spazio esterno. Con questo non si intende soltanto l'insieme delle caratteristiche più vicine al nostro edificio, ma tutto il sistema città, ovvero i vuoti, i pieni, le strade principali, i parchi, le piazze, tutto deve dialogare perfettamente, deve servire ed essere servito dal nostro edificio. Questo cambiamento riguarda la transizione dalla visione dello "spazio organo" alla concezione di "spazio sistema." Non si tratta più di considerare l'edificio come un'entità isolata, ma come parte di un tessuto urbano più ampio, in costante dialogo con il contesto circostante. La città e i suoi spazi non sono più pensati come sfondi neutri, lo spazio pubblico non rappresenta più semplicemente un vuoto tra gli edifici, ma diventa un elemento progettato, carico di significato e funzione. È uno spazio che permette alle persone di interagire con l'architettura e tra loro, creando una continuità tra interno ed esterno. Questa visione invita a ripensare le città come sistemi integrati, dove ogni elemento – edifici, strade, parchi – si serve a vicenda e contribuisce al benessere e alla qualità della vita urbana.
In questo nuovo approccio, lo spazio pubblico diventa un’estensione naturale dell’edificato, e la sua progettazione è altrettanto importante quanto quella degli spazi interni. È un invito a superare i vecchi schemi di progettazione e ad abbracciare un modo di pensare la città come un organismo vivente e dinamico, in cui ogni parte ha un ruolo interconnesso.
<<Per concludere almeno tre sostanze sono da porre all'attenzione quali motori del rinnovamento architettonico che stiamo vivendo. [...] La prima è una nuova cognizione della frammentarietà del paesaggio metropolitano, che è insieme occasione e ragione di molti progetti di oggi. [...] La seconda sostanza ruota sul concetto di paesaggio, quale grande paradigma della ricerca architettonica contemporanea che rimette in gioco i rapporti tra architettura e natura. [...] La terza sostanza è quella che concepisce lo spazio "come sistema" e non come un meccanismo che riguarda solo l'interno dell'edificio. [...] Queste sostanze trovano nell'informatica allo stesso tempo la loro causa e il loro strumento.>> Concludendo, l'autore pone a capo di questo cambiamento tre sostanze principali, sopra definite, che hanno tutte una caratteristica comune, prendono tutte vita dall'avvento dell'informatica. Queste sostanze rappresentano, in primo luogo, la frammentazione del paesaggio metropolitano, sintomatica della complessità della città moderna, dove architettura e urbanistica devono adattarsi a spazi non più unitari ma fratturati.
La seconda sostanza è il concetto di paesaggio, che diventa centrale nella ricerca architettonica contemporanea. Come già sopracitato, cambia il rapporto tra architettura e natura, c'è una maggiore attenzione all'ecologia e all'integrazione degli edifici con l'ambiente circostante.
La terza sostanza, infine, riguarda lo spazio inteso come "sistema". Questo significa che l'architettura non si limita alla funzione interna degli edifici, ma si estende al loro impatto sullo spazio esterno e sulla città nel suo insieme.
È solo grazie all'informatica che si è potuto attuare un cambiamento radicale nel modo di concepire e progettare gli edifici e le città. Essa ha reso possibile la condivisione globale di informazioni, facilitando lo scambio di idee e tecnologie, e permettendo una progettazione più consapevole, interconnessa e globale. La crescente integrazione tra edificato e natura, così come l'uso di materiali sostenibili e innovativi, è il segno evidente di questo nuovo paradigma, dove l'informazione diventa il motore e lo strumento del cambiamento architettonico. L'informatica ha di fatto cambiato il nostro modo di pensare e di agire, lo si può osservare anche semplicemente nel cambiamento che ha vissuto l'uomo nei riguardi del paesaggio e della nuova coscienza ambientale che è nata nella nostra epoca. Il solo fatto di cambiare la tipologia dei materiali, o la ricerca sempre più costante dell'integrazione tra edificio e natura, sono simbolo di un cambiamento nel modo di pensare di un'intera generazione. Questo concludendo, è stato possibile solo grazie all'avvento dell'informazione che si è "presa carico" del ruolo di mediazione tra l'uomo e la sua crescita personale, mettendo a disposizione quante più informazioni possibili e soprattutto, si è fatta carico dell'arduo compito di mettere in comunicazione le idee, i progressi e gli sviluppi di tutte le città in modo globalizzato e interconnesso.
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