Venticinquesima lezione: Spazio come Informazione.
- Emily Mastrantoni
- 9 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Lo Spazio come Informazione
Il concetto di spazio ha subito un'evoluzione significativa nel tempo, arricchendosi di nuovi strati interpretativi e adattandosi ai cambiamenti tecnologici e culturali.
Oggi, lo spazio non è più soltanto una realtà fisica, ma un sistema dinamico in cui le informazioni giocano un ruolo fondamentale. Questa trasformazione si è articolata attraverso tre principali concezioni dello spazio:
spazio come organo
spazio come sistema
spazio come informazione.
Lo Spazio come Organo
In un contesto architettonico tradizionale e funzionalista, lo spazio è stato concepito come un "organo" direttamente connesso alla funzione che deve ospitare.
Questo approccio è stato centrale nella progettazione industriale, dove la relazione tra forma e funzione si basa su un principio di causa-effetto.
Frank Lloyd Wright ha sviluppato questa visione in modo organico, come dimostrato dal Guggenheim Museum di New York, dove la forma a spirale guida il visitatore attraverso un percorso continuo e intuitivo.

Lo Spazio come Sistema
Con l'avanzare del Novecento, il concetto di spazio si è evoluto in un sistema complesso, nel quale diverse funzioni coesistono e interagiscono. L'architettura non è più vista come un insieme di spazi gerarchici, ma come un intreccio di relazioni multiple, in cui ogni elemento influenza gli altri. Un esempio emblematico di questa concezione è il Guggenheim di Bilbao di Frank Gehry, un'opera in cui la forma architettonica emerge dall'integrazione di molteplici sistemi e dalla gestione avanzata della complessità progettuale, resa possibile dall'informatica.
Lo Spazio come Informazione
L'era digitale ha introdotto una nuova concezione dello spazio, non più statico e definito, ma fluido e in continua trasformazione. Il concetto di "spazio-informazione" rappresenta un cambiamento di paradigma che ha modificato radicalmente il modo di concepire e progettare l'architettura. In questo contesto, lo spazio non è più un'entità oggettiva, ma un costrutto dinamico, regolato da flussi di dati e interazioni in tempo reale.
Questo approccio trova espressione in progetti sperimentali come il Blur Building di Diller + Scofidio, una struttura in cui l'architettura si dissolve in una nuvola d'acqua nebulizzata, mutando forma a seconda delle condizioni atmosferiche.
Allo stesso modo, installazioni come Invisible Space di Marcos Novak dimostrano come lo spazio possa essere attivato attraverso sensori e algoritmi, trasformando l'architettura in un'interfaccia interattiva.
Il Ruolo della Tecnologia nella Manipolazione dello Spazio
La tecnologia ha ampliato enormemente le capacità umane di percepire e modificare lo spazio.
L'architettura digitale non è più vincolata a una forma stabile, ma diventa un ambiente adattabile e mutevole, plasmato da flussi di dati e algoritmi.
Il Colore come Metafora dello Spazio
Per comprendere meglio questa trasformazione, si può fare un parallelismo con il colore. Il colore non esiste in modo assoluto, ma dipende dal contesto, dalla percezione fisiologica e dall'elaborazione cognitiva. Nel caso di Caravaggio, si è osservato come abbia ottenuto il rapporto tra strumento, crisi e rinnovamento estetico, sostenendo che quando lo strumento viene messo in discussione, si sviluppa una nuova forma di espressione artistica. Se applichiamo questo principio allo spazio, emerge che la sua prima dimensione è il tempo, poiché è quest'ultimo a definirlo. Per arrivare alla conclusione che lo spazio può essere considerato informazione, è necessario seguire una serie di riflessioni.
Il colore è relativo al contesto. Non è un valore assoluto, ma varia in base all'ambiente in cui si manifesta. Lo stesso discorso vale per la trasparenza.
Il colore ha una base fisiologica. A differenza di alcune specie animali, gli esseri umani sono in grado di percepire i colori grazie alla presenza di tre coni ottici, mentre alcuni uccelli ne possiedono quattro, ampliando la loro capacità percettiva
Il colore è anche un fenomeno cognitivo: ogni cultura ha sviluppato nel tempo differenti capacità di distinzione cromatica. Ad esempio, gli eschimesi riescono a identificare una trentina di sfumature di bianco, mentre nella nostra percezione occidentale ne distinguiamo solo alcune
Ma quindi, il colore è una realtà oggettiva? In realtà, le onde elettromagnetiche costituiscono dati, mentre i colori rappresentano informazioni. Si può quindi tracciare un parallelismo tra dati e informazioni.
Analogamente, lo spazio può essere considerato una costruzione concettuale e, proprio come il colore, la sua percezione è influenzata da tre fattori principali: la fisiologia, la cognizione e il contesto.
Uno spazio, apparentemente impercettibile, può risultare chiaro e definito quando analizzato attraverso i parametri dell'informazione.
L'evoluzione del concetto di spazio riflette le trasformazioni culturali e tecnologiche della società. Dallo spazio funzionale all'organizzazione sistemica, fino alla dimensione informativa, l'architettura ha progressivamente integrato nuove metodologie e strumenti per rispondere alle esigenze di un mondo sempre più interconnesso. Oggi, lo spazio non è più solo un contenitore, ma un flusso dinamico di informazioni, capace di adattarsi, interagire e trasformarsi in tempo reale.
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