Ottava Lezione: Dentro i Bits. Il mondo raster
- Emily Mastrantoni
- 7 feb
- Tempo di lettura: 4 min
II Ciclo: La digitalizzazione delle immagini. Il mondo bidimensionale. Ottava Lezione: Dentro i Bits. Il mondo raster. 1. Leonardo 0: L'invenzione del raster Immagina se Leonardo da Vinci avesse voluto inviare un'immagine a una persona lontana, senza l'uso delle tecnologie moderne come internet o dispositivi digitali. Come avrebbe potuto fare, considerando che la tecnologia dell'epoca non consentiva trasmissioni istantanee di immagini complesse? Anche senza le tecnologie attuali, Leonardo avrebbe potuto utilizzare una tecnica relativamente semplice per "codificare" e trasmettere immagini. Tecnica dei Quadretti:
Leonardo, nelle sue opere, usava spesso una tecnica di suddivisione dell'immagine in una griglia di quadretti. Ogni piccolo quadrato poteva essere pieno o vuoto, e la sua grandezza determinava la quantità di dettagli che potevano essere rappresentati. Se il quadrato era più grande, il disegno risultava più dettagliato, mentre se era più piccolo, i dettagli erano più fini. Questa tecnica rappresenta un primo passo verso una codifica visiva che, in un certo senso, potrebbe essere paragonata a una forma primitiva di rappresentazione digitale.
Codifica delle Immagini in un Sistema Binario:
Per trasmettere un'immagine in un luogo lontano, sarebbe stato necessario "tradurre" quella immagine in un formato comprensibile anche a chi non fosse fisicamente presente. Un metodo che possiamo applicare retroattivamente è la codifica binaria, un sistema che oggi viene utilizzato per rappresentare immagini digitali. Immagina di suddividere l'immagine in una matrice di punti, dove ogni punto corrisponde a un quadrato (o bit). Ogni quadrato potrebbe essere rappresentato da un valore binario:
1 potrebbe significare che il quadrato è pieno (nero, ad esempio), e
0 potrebbe rappresentare un quadrato vuoto (bianco).
Così facendo, Leonardo avrebbe potuto "trasmettere" l'immagine utilizzando solo una serie di numeri, con ogni numero che descrive se il quadrato era pieno o vuoto.
Possibilità di Trasmettere Immagini Fotorealistiche:
Con l'evoluzione della tecnologia, è stato possibile sviluppare metodi per trasmettere immagini molto più complesse, persino immagini fotorealistiche. Questo è stato possibile grazie all'uso di griglie ad alta densità di pixel.
Ogni pixel in un'immagine moderna corrisponde a un piccolo punto che ha un colore specifico, determinato da una codifica numerica. Ad esempio, ogni pixel può avere un codice RGB (Rosso, Verde, Blu), che indica l'intensità di ciascun colore. Questa codifica permette di riprodurre qualsiasi sfumatura di colore, rendendo le immagini molto dettagliate e fotorealistiche.
Immagini Raster: Bill Atkinson è una figura fondamentale nella storia della grafica digitale. Ha avuto un ruolo cruciale nello sviluppo dei software grafici che hanno reso popolare la grafica raster. Un'immagine raster è composta da una griglia ortogonale di punti (i pixel) che definiscono la forma e il colore dell'immagine stessa. Ogni pixel è come un piccolo mattoncino, e la combinazione di milioni di questi piccoli elementi forma l'immagine che vediamo sullo schermo.
La sua opera più significativa è stata la creazione del QuickDraw, il sistema grafico che ha permesso di gestire la grafica su macchine come il Macintosh negli anni '80.
QuickDraw (1984) non solo gestiva la grafica vettoriale, ma includeva anche funzioni per lavorare con immagini raster, consentendo al sistema operativo del Macintosh di visualizzare e manipolare pixel.
La Paradossale Sovrabbondanza di Dati:
In modo sorprendente, le immagini raster contengono molte più informazioni rispetto a quanto vediamo effettivamente nella realtà. Mentre una fotografia può essere ingrandita per rivelare maggiori dettagli, le immagini digitali conservano una quantità di informazioni che non sono effettivamente presenti nel mondo fisico. Ogni pixel in un'immagine digitale ha un valore numerico che descrive il colore e l'intensità della luce in quel punto, ma non è detto che il nostro occhio percepisca tutte queste informazioni. Quando si ingrandisce un'immagine digitale, si rivelano milioni di dati che costituiscono la rappresentazione di un'immagine che non esiste fisicamente.
Lo schermo, nel contesto digitale, funziona a una risoluzione di base di 72 dpi (punti per pollice).
Quando la densità dei punti aumenta, anche la qualità dell’immagine migliora: a 150 dpi la risoluzione raggiunge un buon livello di dettaglio, mentre a 300 dpi si ottiene la qualità minima necessaria per la stampa professionale.
Il mondo digitale ha introdotto il colore attraverso il sistema RGB (Rosso, Verde, Blu), che rappresenta ogni colore come una combinazione di intensità di questi tre colori primari. Partendo da una gamma limitata di colori (quattro, compreso il nero, che rappresenta l’assenza di colore), è possibile aumentare progressivamente la profondità dei colori. Con un incremento nei bit di profondità, si passa da una gamma di 8 colori a 16, 32 e oltre, consentendo una rappresentazione sempre più ricca. Il mondo raster è un mondo a-semantico: è sotto il controllo del mittente. I pixel (i singoli punti che compongono l’immagine) non portano con sé un significato intrinseco o una rappresentazione del mondo reale in modo "semiotico" (cioè come simboli che hanno un significato condiviso o comprensibile), sono semplicemente una raccolta di informazioni numeriche che indicano intensità di colore e luminosità, senza una connessione diretta con il contenuto dell’immagine o la sua interpretazione.
In altre parole, il mondo raster non comunica significato in modo autonomo; l'immagine è un insieme di dati grezzi che devono essere interpretati dal mittente (chi crea l’immagine) e dal destinatario (chi la guarda) per acquisire valore. Il significato di un’immagine raster dipende esclusivamente dal contesto in cui viene osservata o dal modo in cui è stata creata, piuttosto che da un linguaggio simbolico o un sistema di segni, come accade invece in altre forme di rappresentazione, come la grafica vettoriale o la linguistica.
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