top of page

Decima lezione: Architettura e presenze delle superfici.

  • Immagine del redattore: Emily Mastrantoni
    Emily Mastrantoni
  • 8 feb
  • Tempo di lettura: 4 min

Architettura e la Presenza delle Superfici: Il Mondo Digitale e le Sue Implicazioni

Lo studio dell'architettura contemporanea è indissolubilmente legato a un'interazione continua con le arti plastiche, il cinema e le belle arti, dando vita a un linguaggio architettonico che non è solo costruzione fisica, ma anche espressione visiva e concettuale. Movimenti come il Dadaismo e il Futurismo, nati in relazione alle “nuove arti plastiche”, hanno segnato l’evoluzione della percezione spaziale e visiva, con un’influenza che è arrivata fino all'era digitale. In questo contesto, il raster e i pixel hanno avuto un impatto rivoluzionario nel campo dell'informatica e, di riflesso, nell'architettura. Questi elementi hanno permesso la creazione di immagini complesse, dove ogni singolo punto contribuisce a formare una rappresentazione coerente e altamente dettagliata.

I terminali degli anni '80, come quelli dell'era DOS, erano caratterizzati da schermi lineari che non implementavano ancora il principio di WYSIWYG ("what you see is what you get") che oggi è alla base della computer grafica. Tuttavia, l’evoluzione verso l'uso della grafica raster, che rappresenta le immagini in griglie di punti (pixel), ha permesso la creazione di rappresentazioni visive molto più raffinate, dove ogni punto è parte di una costruzione più grande.

La Facciata come Schermo: Pixel e Interazione Visiva

Anche nell'architettura contemporanea, la relazione con le superfici e con le facciate è cambiata radicalmente. Non sono più semplici muri, ma veri e propri schermi interattivi che partecipano al mondo rasterizzato. Le facciate moderne sono diventate superfici dinamiche, capaci di riflettere l'interazione tra luce, colore e movimento, trasformando l’edificio in un oggetto visivo che si adatta all’ambiente e alla cultura circostante.

Un esempio emblematico è la Torre dell'Acqua di Barcellona e la ristrutturazione del Mercado de Santa Caterina, progettate da Miralles e Tagliabue. Le facciate di questi edifici si ispirano alla struttura del mercato, presentando elementi che richiamano l’estetica del raster, con motivi che imitano una tessitura di pixel. Questi edifici non sono solo contenitori di spazio, ma diventano parte di un racconto visivo e sensoriale che rispecchia l’ambiente circostante, come se fossero uno schermo che trasmette un messaggio continuo.

L'Integrazione della Tecnologia: Elettronica e Materiali Innovativi

Con l’avanzare della tecnologia, la tecnologia elettronica ha cominciato a entrare a far parte degli edifici, trasformando le superfici in pelli interattive. Un esempio notevole è lo stadio del Bayern Monaco, progettato da Herzog & de Meuron, dove una pelle superficiale, realizzata con LED interconnessi, crea effetti visivi dinamici, trasformando l’edificio in un’opera visiva che si adatta al contesto circostante. Qui, l’uso di materiali avanzati come l’Efte, un polimero plastico con ottime proprietà termiche ed elastiche, permette di creare proiezioni luminose sulla superficie dell’edificio, dando vita a un’architettura reattiva.

 stadio del Bayern Monaco, progettato da Herzog & de Meuron.
 stadio del Bayern Monaco, progettato da Herzog & de Meuron.


La Rasterizzazione delle Superfici: Ima di Parigi e Toyo Ito

Un altro esempio significativo è la facciata dell'IMA (Institut du Monde Arabe) di Jean Nouvel a Parigi. L’edificio presenta una serie di pannelli motorizzati che si aprono e chiudono in modo da creare un effetto visivo che simula una griglia raster, reagendo alla luce esterna e creando un ambiente interno dinamico. Questo approccio fa della facciata un elemento vivo e in continua evoluzione, che si adatta ai cambiamenti di luce durante il giorno, proprio come una superficie digitale che si trasforma in base ai dati che riceve.

In parallelo, Toyo Ito ha saputo integrare tecnologie informatiche e architettura, come nel caso del Sendai Mediatheque (2001), dove l’edificio non è solo un contenitore di funzioni, ma una struttura digitale che risponde agli stimoli esterni. L’uso di forme fluide e trasparenti fa dell’edificio un oggetto che non è solo fisico, ma anche visivamente interattivo, riuscendo a mescolare storia e tecnologia.

facciata dell'IMA (Institut du Monde Arabe) di Jean Nouvel a Parigi.
facciata dell'IMA (Institut du Monde Arabe) di Jean Nouvel a Parigi.


Sendai Mediatheque (2001), Toyo Ito
Sendai Mediatheque (2001), Toyo Ito

La Superficie Digitale: Un Nuovo Linguaggio Architettonico

L’architettura contemporanea, quindi, ha visto una vera e propria rivoluzione nelle superfici. Oggi la superficie non è più intesa come un semplice rivestimento esterno, ma come un elemento interattivo che partecipa al processo di percezione visiva. La superficie è diventata un linguaggio, dove le tessiture di pixel e l’uso della tecnologia digitale non solo arricchiscono l’estetica, ma definiscono la funzionalità degli edifici.

Progetti come la Torre Glòries di Barcellona, o il Mercado de Santa Catalina, dimostrano come le superfici architettoniche possano raccontare storie, rispondere agli stimoli esterni e interagire con la città in modo dinamico. La superficie digitale diventa così un elemento chiave nella creazione di esperienze visive e sensoriali, che mettono in relazione l’architettura con il mondo digitale e con la cultura visiva contemporanea. La tecnologia, attraverso l'uso di materiali innovativi e tecniche di rendering digitale, ha reso la superficie architettonica un elemento vivo e interattivo, che non solo risponde al contesto, ma lo trasforma. L'architettura di oggi si fa dialogo tra passato e futuro, fondendo il linguaggio visivo tradizionale con quello digitale, per creare edifici che non sono solo luoghi fisici, ma anche esperienze sensoriali e culturali.

Comments


bottom of page