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Diciassettesima lezione: Frank Owen Gehry Masse, traiettorie, collisioni.

  • Immagine del redattore: Emily Mastrantoni
    Emily Mastrantoni
  • 8 feb
  • Tempo di lettura: 4 min

L’approccio progettuale di Frank Gehry si fonda sull’interazione dinamica tra massa, traiettoria e intersezione, elementi che definiscono lo sviluppo tridimensionale delle sue architetture. Il suo lavoro non si limita alla composizione di volumi statici, ma esplora forme fluide e complesse, in cui le superfici sembrano modellarsi organicamente nello spazio.

Uno degli aspetti distintivi della sua ricerca è l’estrema plasticità delle strutture, ottenuta attraverso la sperimentazione con materiali innovativi e tecnologie avanzate di modellazione digitale. Gehry supera i limiti della geometria tradizionale, sfruttando la tridimensionalità come strumento espressivo per creare edifici che appaiono in continuo movimento, sfidando la percezione convenzionale dello spazio architettonico. Gehry è un architetto californiano, di origini ebree, che ha vissuto il suo imprinting in un negozio di ferramenta, un ambiente fatto di bulloni e vernici. Si trasferisce a Los Angeles per studiare poi ad Harvard per studiare urbanistica. Nei primi anni '60 fonda il suo studio e, sempre in quegli anni, frequenta il mondo degli artisti di Los Angeles. A causa di ciò, gli vengono commissionate le case per artisti. - Casa Studio Danzinger, Holliwood, 1964-65: ricorda i vecchi programmi, è una sorta di massa di creta bucata. - Casa studio Davis, Malibu: ha una forma trapezoidale; cominciano ad essere presenti i materiali off the shelds. - Casa Gehry, 78: chiude lo studio, ha una crisi di azzeramento. Vuole ricominciare da capo sulla scelta di fare architettura in quanto arte. Si avvicina alla "pop art americana", si parla di società di massa, l'oggetto crea uno sguardo di critica sull'arte. Questa nuova visione la si ritrova nella II casa del 78 (con la nuova moglie). Il suo lavoro può essere compreso attraverso sei concetti chiave:

  • Assemblare

  • Spaziare

  • Separare

  • Fondere

  • Slanciare

  • Liquefare

1) ASSEMBLARE Gehry segue un metodo sperimentale e diretto, lavorando con materiali essenziali e adottando tecniche di costruzione che richiamano il bricolage. Il suo processo creativo si basa sulla manipolazione fisica dei materiali, privilegiando un approccio hands-on che gli consente di esplorare forme e soluzioni spaziali in modo intuitivo e innovativo. Questo stile, lo si può ritrovare nella sua casa personale, una casa a 2 piani legata allo stile queen Ann. Qui Gehry assembla dei materiali comprati dal ferramenta e li mette attorno alla casa. Si tratta di un'opera divisiva: il mondo del 78 era caratterizzato dal post moderno. Si pensi poi al contesto: la casa era totalmente diversa da tutte le altre, ad esempio il pavimento era in asfalto. Casa Spiller, Venice, 1978-79: qui Gehry tira fuori una parola significativa del suo lavoro "le mie opere danno senso al cheapscape", lo rivendica per la sua nuova architettura.

Cheapscape: paesaggio periferico, residuale, povero, che può essere usato anche in architettura come nell'arte. (pop art) Questa casa è un processo di assemblaggio, è lunga, ha una metà del lotto alto e un altro basso, suddivisa da una corte interna. Ciò è significativo perchè così in un solo lotto si formano due case, una la puoi affittare. Ti compri il lotto, ma una parte della rendita del mutuo la paghi con l'affitto. 2) SPAZIARE Concetto sempre di tipo plastico. "Allontanare i volumi l'uno dall'altro per creare uno spazio". - Casa per Film Maker, Los Angeles 1981. Qui i singoli volumi assumono la loro rilevanza e ciò serve a gestire anche la costruzione nel tempo. 3) SEPARARE Partendo da una citazione del prof. Saggio, la scrittura deve essere vicina alla filosofia, all'interpretazione dei meccanismi progettuali dell'architettura. Le forme organiche e distintive vengono spesso separate per sottolinearne l'indipendenza. Casa Norton, Venice: qui una varietà di forme coesiste senza perdere l'unicità. 4) FONDERE Gehry è un architetto fortemente volumetrico, lavora per collisioni. - Museo e fabbrica della vitra, Germania, 1987-89 Qui c'è un duplice aspetto: materia vulcanica e operazione booleana. -La casa danzante, uno degli esempi di maggior effetto scultoreo. 5)SLANCIARE Gehry rielabora le intuizioni di Boccioni, concentrandosi sulle tensioni dinamiche e sulle traiettorie spaziali che conferiscono energia alle sue architetture. - Auditorium di Walt Disney, Los Angeles1988-2003. L'auditorium è contenuto in una sorta di scatola armonica. - Museo Guggenheim, Bilbao, 1991-97, Spagna Investono sulla decadenza della città, introducono l'organizzazione Guggenheim proponendogli un edificio industriale dismesso per costruire lì il Guggenheim. Guggenheim invita Gehry, sta lì due giorni e fa un giro della città con un giovane architetto. Arrivano su un monte che fronteggia il downtown e da lì individuano un area che è un "casino" urbano; ha dei rapporti molto interessanti con il contesto. In questo progetto, le masse che si fondono insieme sembrano lanciarsi verso l'esterno, sono delle linee di forza, delle direttrici. Si associa al movimento futurista, in particolare a Boccioni. Il Futurismo slancia lo spazio, lancia le traiettorie all'esterno, hanno una volontà di dinamizzare l'esterno con una logica di collisione. Parola chiave per descrivere l'opera: urbanscape, perchè crea un paesaggio nuovo, logico, funzionale. Le sue azioni sono "iperfunzionali".

Museo Guggenheim, Bilbao, 1991-97, Spagna
Museo Guggenheim, Bilbao, 1991-97, Spagna

è allungato: poichè si trova lungo la banchina. Rappresenta un'opera di valorizzazione della città, allunga l'urbanscape. Come? Fa passare uno dei corpi lungo il ponte e dall'altra parte emerge una torre. Questa è un faro, un landmark. Il Guggenheim è una nuova cattedrale. 6) LIQUEFARE Si basa sulla trasformazione delle forme statiche in superfici dinamiche, quasi liquide, che sembrano fondersi con l’ambiente circostante. Questo approccio genera spazi fluidi, continui e privi di rigidità, evocando la sensazione di movimento e adattabilità, come se l'architettura fosse sospesa in un flusso ininterrotto di forze e materie.

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