Quattordicesima lezione: Peter Vector. Le ricerche di Peter Eisenman nella superficie
- Emily Mastrantoni
- 8 feb
- Tempo di lettura: 3 min
Peter Vector: Le Ricerche di Peter Eisenman nella Superficie
Peter Eisenman è senza dubbio l'architetto più emblematico del “mondo vettoriale”, un pensatore che ha sempre concepito l’architettura come un testo da decifrare e reinterpretare attraverso logiche semantiche e linguistiche. Il suo approccio, fortemente teorico, si basa su un processo di astrazione che porta l’architettura a esistere non solo come spazio fisico, ma come diagramma logico. Eisenman si è sempre mosso lungo un sottile confine tra analisi critica e sperimentazione progettuale. Attraverso il concetto di meta-progetto, egli trasforma l’architettura in un sistema di relazioni astratte, anticipando l’uso dei primi strumenti digitali. Questa metodologia, come vedremo, si concretizza nella scomposizione dello spazio in quadranti funzionali, un principio che emerge in molti dei suoi progetti teorici e costruiti, in particolare nella sua House X. Un'influenza chiave nel suo lavoro è l’architetto italiano Giuseppe Terragni, in particolare due opere fondamentali:
Casa del Fascio – Un semicubo in cui la struttura viene svuotata progressivamente, creando una tensione spaziale tra interno ed esterno. (Scavo) Casa Giuliani Frigerio– Qui lo spazio è concepito attraverso un gioco di slittamenti e sovrapposizioni, dove i piani si disarticolano seguendo una logica di frammentazione. (Disconnessione)
Eisenman non si limitò a studiarle separatamente, ma ne colse l’essenza comune, sintetizzandole nel progetto della sua Casa II, una ricerca sull'interazione tra volumi, stratificazione e vettorialità spaziale.
House II rappresenta sia una critica che un approfondimento linguistico delle opere di Terragni.
In questo contesto, Eisenman introduce un terzo elemento: l’implosione, un principio che ribalta la tradizionale dialettica tra pieni e vuoti, generando una nuova logica spaziale basata sulla tensione interna e sulla frammentazione dei volumi.


Progetti e Sperimentazioni
Nei suoi lavori più noti, Eisenman introduce una grammatica spaziale basata sull’interazione tra layer, diagrammi e deformazioni geometriche:
House X – Progetto sperimentale in cui il volume è suddiviso in quadranti attraversati da un asse dinamico: studio, zona living, ospiti e matrimoniale. Mai realizzata, rappresenta un momento chiave della sua ricerca.
House XI – Prosegue l’indagine sui layer e sulle intersezioni tra griglie strutturali e spaziali.
Casa d’Abitazione per l’IBA (1989) – In questo progetto berlinese, Eisenman introduce il concetto di palinsesto, sovrapponendo griglie ruotate e assorbendo l'esistente in una nuova logica stratificata.
House X. Bloomfield Hills, Michigan 1975-78
Uno degli elementi più iconici della sua ricerca è il concetto di "swinging", ovvero il dondolio delle forme, che genera linee virtuali capaci di ridefinire il linguaggio dell’architettura. Questa logica si amplifica nella sua proposta per la Chiesa del 2000, dove il suolo stesso diventa materia modellata, in costante interazione con la costruzione.
Dalla Notazione al Codice Vettoriale
Il metodo di Eisenman si avvicina alla notazione, una tecnica che astrae uno strato della realtà per creare un campo relazionale indipendente, proprio come avviene nelle opere di Walter De Maria, ad esempio in The Lightning Field, dove il paesaggio diventa un sistema di relazioni energetiche e percettive.
In questo senso, il passaggio dall’architettura semantica all’architettura generativa segna un cambio di paradigma: l’architettura non è più solo una rappresentazione statica, ma un processo dinamico in cui le forme emergono attraverso logiche di vettorialità, algoritmi e interazioni spaziali. Il progetto non si limita a interpretare lo spazio, ma lo genera, rendendolo adattabile, fluido e reattivo alle condizioni del contesto.
L’eredità di Eisenman sta proprio in questa capacità di anticipare il futuro: un’architettura che non è più semplice composizione di volumi, ma un sistema di relazioni vettoriali, una grammatica spaziale in continua trasformazione.
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